La Cooperativa PARÁDHOSIS, il Comune di TEGGIANO, l’assessorato alla cultura della Provincia di Salerno, la Diocesi di Teggiano-Policastro, presentano TEGGIANO CHIESE APERTE Apertura:
10.00-13.00 15.00-18.00 Teggiano
Chiese
da visitare:
A. La Cattedrale di Santa Maria Maggiore La chiesa cattedrale di Santa Maria Maggiore fu edificata nel XIII secolo, su strutture preesistenti di un’antica pieve. L’aspetto attuale è frutto di un rimaneggiamento della fine dell’800 che oltre a riplasmarne l’interno ha anche invertito l’orientamento dell’aula principale, collocando l’ingresso (attuale) in posizione diametralmente opposta. L’interno è arricchito di numerose opere d’arte di secoli diversi. Fanno parte del corredo storico ed artistico medioevale il portale e l’ambone marmoreo della fine del Duecento, opera di Melchiorre da Montalbano, allievo di Bartolomeo da Foggia, nonché la tomba (XIV secolo) del nobile Enrico Sanseverino, opera del celebre Tino di Camaino o della sua cerchia più stretta. Nel presbiterio è conservata anche parte dell’antica pavimentazione duecentesca. Interessanti sono le tombe rinascimentali di Orso Malavolta e di Stasio de Heustasio. La chiesa conserva le spoglie mortali del concittadino San Cono, ospitate nella cappella a lui dedicata. Degne di nota sono le opere d’arte scultoree degli angeli lignei, collocate sull’altare maggiore e degli altari in marmi policromi.
B. Chiesa di San Francesco ed ex Convento La chiesa di San Francesco, con l’attiguo ex convento, fu uno dei primi complessi conventuali a sorgere in terra lucana, difatti il portale della chiesa reca la data del 1307, segno che a quel tempo la chiesa era già funzionante. Il convento dei Minori Conventuali fu soppresso nel 1808 e la chiesa fu ridedicata a San Gioacchino (in onore del Murat). La chiesa fu ristrutturata nei primi decenni del Settecento, come testimoniano gli stucchi barocchi, su una preesistente aula con schema architettonico a “fienile” (tipico delle chiese francescane degli esordi). Attualmente nell’edifico sacro sono ospitate alcune opere d’arte di notevole importanza, quali il coro ligneo del 1645, il soffitto ligneo a “guazzo” (tempera su tavola) del buonabitacolese De Martino del 1745, alcune tele di pregio come la Madonna del Carmine con santi del XVII sec. ed una Vergine con i santi Giovanni Battista ed Evangelista (XVIII sec.) e le statue di San Francesco del 1737 (Antonio Grimaldi) e di Sant’Antonio (XVII sec.). Notevoli gli affreschi in controfacciata del XIV e XV secolo (santi francescani), il pulpito seicentesco ed i frammenti lapidei dell’antico altare della chiesa del XV secolo.
La chiesa ha origini molto antiche e si presenta con il portale di ingresso posto sotto il campanile, che cavalca la via di Sant’Andrea. Adiacente l’ingresso sono murati alcuni frammenti lapidei di età lucana e romana, tra cui spicca un capitello con figure e decorazioni floreali del IV sec. a. C. ed un’ara romana. L’interno dalla pianta centrale poligonale, ospita alcune opere d’arte di notevole interesse, come il trittico di Pavanino da Palermo del 1499, rappresentante la Madonna con i santi Antonio da Padova e Biagio e la pala di Andrea Sabatini (da Salerno), del 1508, rappresentante la Madonna con Bambino con sant’Antonio da Padova e san Nicola di Bari. La chiesa, anticamente una delle cinque parrocchie di Teggiano, ospita anche due tele del XIX secolo rappresentanti una la Decollazione del Battista e l’altra un Cristo in Croce con la Madonna e san Cono. L’abside, innestata nella pianta poligonale della navata, manca del coro, ma ospita alcune statue lignee di un certo interesse.
D. Chiesa della SS. Annunziata La chiesa prospetta sulla caratteristica piazza omonima, ed è originaria del XIV secolo, quando i monaci celestini la scelsero per insediarvisi. Il convento dei monaci fu soppresso nel 1652, per la scarsità di religiosi e le strutture del cenobio divennero private e trasformate in civili abitazioni. La chiesa, a cui si accede tramite un portico scoperto a tre arcate, presenta una soluzione architettonica tipicamente angioina, riconoscibile soprattutto nell’abside quadrata voltata a crociera. Il portale di accesso è del 1504 e presenta superiormente un bassorilievo in cotto raffigurante l’Annunciazione. L’interno si presenta con una navata principale affiancata da una navatella a destra, occlusa per metà da un muro. Sulle pareti della navata minore sono disposti degli altari con decorazione in stucco del XVIII secolo, mentre nel vano occluso è venuto alla luce un affresco raffigurante San Cono in abiti benedettini,ed un altro con la raffigurazione del martirio di san Lorenzo. L’altare maggiore ospita un polittico cinquecentesco che raffigura l’Annunciazione con due santi ai lati. La predella ospita raffigurazioni di santi, mentre nella parte superiore dell’opera è dipinto il martirio di Santa Caterina d’Alessandria con san Giovanni Battista e san Giuseppe. Tra i santi del polittico si riconosce anche Celestino V, conosciuto come il papa del “Gran Rifiuto”. Nella chiesa sono ospitate anche delle sculture lignee settecentesche. Di notevole interesse è la tavola lignea dipinta raffigurante l’Annunciazione del XV secolo.
La chiesa, nota anche come Sant’Angelo, è un’antichissima parrocchiale, ed è costituita da un’aula unica disposta sopra una cripta altomedioevale, intitolata a Santa Venera. La vicinanza al palazzo Carrano ha fatto supporre che la chiesa ne sia stata in tempi antichi l’aula palatina, così come la planimetria sacra a forma rettangolare ha indotto degli studiosi a supporre che in tempi remoti ivi sorgesse un teatro coperto o òdeon romano. All’interno, sul lato sinistro della navata, sono murate quattro lastre erratiche, il cui stile ci riporta ai modo stilistici di Melchiorre da Montalbano. Si pensa infatti che le lastre fossero parte di un pulpito gemino di quello conservato in cattedrale. Il presbiterio è sopraelevato per effetto della sottostante cripta, a cui si accede tramite alcuni scalini posti al centro della navata. L’immagine della cripta evoca suggestioni tipiche dell’epoca medioevale, infatti le basse volte sono sostenute da tozze colonne con capitelli zoomorfi e fitomorfi. La cripta ospita alcuni affreschi di fattura tardo medioevale, e fino a pochi anni fa vi erano allocati anche gli affreschi ora ospitati all’interno del Museo Diocesano, strappati dalla loro sede originaria per essere restaurati. La chiesa ha l’ingresso disposto sul lato lungo della navata, affiancato dal caratteristico campanile su cui sono inseriti materiali lapidei medioevali di spoglio. Tra le opere d’arte presenti all’interno della chiesa sono da segnalare un San Michele Arcangelo ligneo ed alcune tele del XX secolo che ornavano un tempo il controsoffitto della chiesa. Vi si conserva anche un interessante pulpito ligneo seicentesco.
F. Ex chiesa di San Pietro - ora Museo Diocesano La chiesa di San Pietro ora Museo Diocesano è originaria del XIII sec. Conserva un portale rinascimentale, degli affreschi medioevali e delle tombe del XV e XVI sec. La sezione museale è ricca di reperti romani, medioevali e moderni.
G. Chiesa di Sant'Agostino ed ex Convento La chiesa e l’ex convento degli agostiniani, fondati nel XIV secolo, si affacciano sulla piazza Valentino Vignone, su cui sorgono anche l’episcopio e la chiesa di San Pietro. Del convento agostiniano, soppresso nel 1809, resta un chiostro decorato nei sottarchi con affreschi dei secoli XVII e XVIII, raffiguranti la vita di Sant’Agostino. La chiesa a navata unica con abside poligonale, presenta in facciata un portale del 1370, e l’interno è arricchito da decorazioni barocche, dovute al restauro del XVIII secolo. L’altare maggiore è in marmi policromi, provenienti dalla contrada Bucana di Teggiano, simile a quello dell’altare laterale dedicato alla Madonna del Buon Consiglio e nell’abside si conserva, entro una nicchia, un’imponente statua del santo a cui la chiesa è dedicata. Sugli altari laterali sono ospitate varie tele, tra cui una Madonna con santi, (XVII secolo) il Transito di san Giuseppe, del pollese Nicola Peccheneda, (metà XVIII secolo) il Martirio di santa Caterina d’Alessandria (XVII secolo) e L’Apparizione della Madonna a san Gaetano da Thiene, (fine XVIII secolo) opera del sanrufese Feliciano Mangieri.
H. Chiesa di Sant'Antuono La chiesa di Sant’Antuono sorge sulla via omonima ed è una delle aule sacre più antiche di Teggiano, presentando in facciata un caratteristico protiro a protezione del portale millenario ed una cella campanaria incorporata nel prospetto. La parte anteriore della navata destra, ora mancante, fu demolita in occasione del Congresso Eucaristico Mariano a Teggiano del 1954, mentre l’abside si presenta occlusa da una paretina interna. Nel prospetto si inserisce il portale di antichissima fattura, costituito da un architrave con rilievi fitomorfi ed un soprastante lunetta affrescata. L’interno ospita alcuni affreschi di carattere bizantino del XIV secolo, tra cui si riconosce una Madonna con Bambino ed una Natività, mentre tra le suppellettili sacre è da segnalare un Sant’Antonio Abate del Quattrocento. La vicinanza della chiesa al castello ha fatto supporre ad alcuni studiosi che nel Medioevo l’aula sacra fungesse da cappella palatina.
Chiesa ed ex convento della SS. Pietà È la Chiesa di un antico complesso monastico appartenuto, fino alla seconda metà del Quattrocento, alle Monache di San Benedetto e poi divenuto, intorno al 1474, sede dei Frati Minori Osservanti di San Francesco, chiamati a Diano dai Sanseverino, principi di Salerno e feudatari di Diano. All’esterno la Chiesa presenta un portico e un portale (datato 1476) rinascimentali attribuiti a Francesco da Sicignano. Capolavoro di arte rinascimentale è la quattrocentesca porta, che, dopo l’ultimo restauro, è stata collocata all’interno. Questa Chiesa mostra, nel suo impianto architettonico, una grande navata, affiancata da una navatella laterale delimitati da arcate gotiche. Sotto questa navata laterale sono situate: la Cappella Macchiaroli e la Cappella Carrano. Sull’arco dell’altare maggiore si nota lo stemma dei Sanseverino. Dietro l’altare, su un palco, p sistemato un capolavoro d’arte lignea: il Compianto, attribuito a Giovanni da Nola. Adiacente alla Chiesa è il Chiostro rinascimentale affrescato alla fine del Cinquecento con scene della Vita di San Francesco. Poco distante, nel Refettorio dell’antico convento, si ammira un imponente affresco del 1487: “L’andata al Calvario”, a fianco del quale, in alto, torna lo stemma dei Sanseverino.
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